Il gesto lirico ed emotivo

2002 – Dino Marangon scrive di Cesco Magnolato:

“… Cesco Magnolato non abbandona la sensibilità soggettiva in nome di una mistificatoria neutralità consumistica. Anzi, proprio attraverso la distillazione del proprio gesto lirico-emotivo, egli opera in modo non tanto di raggiungere una paradisiaca realtà ‘vera’ oltre ogni supposta esteriorità, quanto piuttosto di dar peso e consistenza all’apparire attraverso un umanissimo e sempre rinnovato processo di percezione e comprensione critica.

Si tratta di un percorso estremamente arduo e difficile per il pericolo sempre incombente, qualora si manifestasse il benchè minimo calo di attenzione e partecipazione immaginativa, della facile mimesi o perfino dell’illustrazione, ma che, per contro, nelle opere più riuscite, può aspirare a toccare gli strati più intimi e profondi della coscienza attraverso modi tutt’altro che labili e svagati di ‘figurare‘.

Anzi proprio quando una improvvisa sedimentatissima semplicità sembra ‘coagulare’ quasi spontaneamente le figure, oppure quando i singoli lacerti d’immagine paiono intrecciarsi in costruzioni talvolta apparentemente inestricabili, quando l’infoltirsi del colore diviene per molti aspetti indefinibile e l’incastro delle forme pare a prima vista indecifrabile, proprio allora, negli interstizi della visione, il messaggio comunicativo, ossia la capacità di comprendere e di sentire insieme, riesce probabilmente a proporsi più in profondità e ad apparire a suo modo incancellabile, forse perchè più intimamente e silenziosamente connaturato alle più essenziali istanze dell’uomo.