Magnolato: espressionista con un universo creativo tutto suo:
“Avvicinandosi a Cesco Magnolato verrebbe spontaneo farlo “in punta di piedi”, perchè la sua aria apparentemente serafica, calma, silenziosa, riservata ti incute quel reverenziale rispetto che, a prima vista, potrebbe essere definito quasi timore. Appena incominci a frequentarlo ti accorgi che tutto ciò è solo apparenza, impressione superficiale, che muta quando inizia a mostrarti l’immensa produzione sia pittorica che grafica. Allora ti rendi conto che la sua è una necessità di “tirar fuori” ciò che ha dentro, ciò che sente, pensa, medita e, in un certo senso, lo ossessiona.
Questo bisogno vitale di esprimersi porta Magnolato a inseguire fantasmi che vengono dall’inconscio, immagini di un’umanità in perenne movimento che analizza se stessa, in rapporto conflittuale e contrastante con la natura. È l’identica considerazione che si può fare per la ricerca di perfezionismo che caratterizza ogni opera, un incessante e preciso calcolo di spazi e di segni, di luci e di tinte che rivelano la volontà di comunicare.
Espressionista è stato definito il suo mondo, perchè l’artista porta sulla superficie pittorica paure e sogni dell’uomo, l’inconciliabile conflitto tra realtà ed immaginazione, in cui prevale, molto spesso, una dimensione interiore.
Nelle opere si intravedono figure spigolose e marcate, delimitate da segni sicuri e straordinariamente precisi, a testimonianza di una grande abilità nel disegno. L’elemento caratterizzante della vastissima produzione di Magnolato è l’energia dinamica che rafforza la sensazione di angosciante precarietà dell’uomo. È come se quella forza che muove gli esseri umani e la natura volesse mettere in evidenza tutto ciò che è disillusione, inquietudine, senso tragico, male di vivere. Forse le immagini hanno una funzione catartica, intesa come volontà di redenzione e di partecipazione rispetto ad un’esperienza di vita che inequivocabilmente è legata alla materialità.
Magnolato non rappresenta però la realtà; le sue opere sono interpretazioni o, per meglio dire, meditazioni che nascono da una interiorizzazione di avvenimenti e di sensazioni che vengono filtrate attraverso esperienze personali.
Non ci sono dubbi, l’artista è uomo del proprio tempo e vive le lacerazioni ed i problemi esistenziali in prima persona, senza mezzi termini, descrivendo esodi che diventano emblemi di dolorosi drammi, volti segnati da sofferenza e fatica, brani di natura che rappresentano desolazione e abbandono. È normale quindi cercare di andare oltre la pura apparenza costituita da vivide tinte e da contrasti cromatici, per cercare di sentire, attraverso le sciabolate di colore, questa energia espressiva, istintiva, in cui si palesa il conflitto, tutto interiore, tra la narrazione e l’emozione.
Ecco perchè, a volte, scompare quasi completamente la figurazione per lasciare il posto a scatti e tagli obliqui di tinte, ad un linguaggio fatto solo di moti dissonanti che hanno valore in quanto espressioni di una tensione drammaticamente irrisolta.
Non esistono risposte a queste domande sull’esistenza, soltanto interrogativi urlati che assumono una valenza perchè hanno la consistenza della materia pittorica e servono a ricordarci il vero significato di essere uomini. È come se l’artista volesse dare concretezza alle illusioni e alle chimere che caratterizzano i suoi incubi notturni e sono sempre sospese tra verità e sogno, tra apparenza e realtà in un non ben definito percorso della mente. Dar corpo ai dubbi, alle allucinazioni, alle delusioni, ma contemporaneamente alle speranze e alle aspettative serve forse a creare illusioni, ma anche a fornire uno stimolo per continuare a vivere. Resta l’energia interna dei dipinti a ribadire la forza e la determinazione del pittore rispetto al senso transitorio dell’esistenza che trasforma oggetti e sembianze secondo una figurazione ormai consolidata nel tempo.
Potremmo dire che la pittura di Magnolato è frutto di una riflessione psichica, di una ricostruzione mentale del vissuto che si esprime attraverso modulazioni coloristiche e luminose estremamente raffinate, che vogliono sottolineare ancora una volta un impegno sociale collettivo.
Al di là delle possibili definizioni e degli “ismi” a cui si potrebbe ricondurre, è logico scorgere un legame con il colorismo veneto e con la denuncia di matrice espressionista, ma il mondo immaginativo di Magnolato è solo suo, senza dipendenze o condizionamenti artistici, è un universo creativo che trova linfa vitale al suo interno e continua ad essere attuale e significativo, proprio perchè diventa monito per tutti noi.”
Maggio 2000 Antonella Alban