1997 Enzo Di Martino – Dalla figura-natura alla pittura
“… vi sono eventi visivi che dichiarano esplicitamente la loro identità – e per certi versi la loro inevitabilità – senza dover necessariamente ricorrere alla narrazione o alla rappresentazione di alcunché.
Accade di constatarlo anche in questi recenti dipinti di Cesco Magnolato e l’osservazione risulta tanto più sorprendente se si riflette al fatto ch’egli è sempre stato considerato, nella sua ormai lunga avventura espressiva, artista di figura e di natura, coinvolto ed impegnato, cioè, nelle vicende dell’uomo, del suo destino, del suo ambiente. Alle soglie della “grande età”, Magnolato – che non è mai stato tuttavia un pittore realista – pare infatti muoversi in un ambito metaforico oscillante tra due poli ispirativi che potremmo definire “dalla figura-natura alla pittura“.
Ciò vuol dire che pur partendo dagli stessi “pretesti” visivi – l’uomo ed i grandi eventi della sua vita, a volte perfino le vicende bibliche – Magnolato pare aver compreso che la partita espressiva non ha più bisogno di essere “giustificata” da una ragione, magari ideale, e va ora giocata essenzialmente sul piano del solo linguaggio della pittura.
Naturalmente nei dipinti di Magnolato è sempre possibile “riconoscere” la figura e la natura, ma la superficie della tela è divenuta ora uno spazio significante, non più destinato ad accogliere “rappresentazioni”, ma connotato invece come luogo di accadimenti emotivi, impulsi di una vita interiore che si manifestano per mezzo di segni, tracce e segnali che l’artista vi deposita nel corso del suo difficile e tormentato passaggio.
E’ evidente che nell’opera di Magnolato permane comunque l’influenza della storia e della memoria – quella sua personale e quella collettiva – ma l’artista mette in atto una strategia di azzeramento delle dimensioni spazio temporali che consente di vivere quei riferimenti come nel sogno, in una sorta di condizione onirica.
Ecco perché in queste immagini recenti accade di notare accavallamenti e sovrapposizioni dei piani narrativi e prospettici – secondo regole personali e segrete di cui l’artista non da conto – che rendono concitata e drammatica la stesura stessa della pittura.
E’ proprio attraverso tali conflitti, del resto, che Magnolato genera e manifesta le “dissonanze armoniose” delle sue immagini, così disturbanti ed accattivanti nello stesso momento.
La verità è che nella sua pittura convivono, forse non pacificamente, la ragione e il sentimento, il progetto e l’emozione, espressi per mezzo di un linguaggio che non ha più bisogno di definizioni e che si forma nel momento stesso in cui si manifesta.”