L’uomo di Magnolato ha la forma della Storia.

2010 – Alessandra Santin scrive di Cesco Magnolato:

“Capace di composizioni articolate di estremo vigore drammatico, che si esprimono attraverso la pittura o l’incisione, l’artista coglie per intero il Novecento, senza mai distogliere l’attenzione dalla vita e da tutte le sue manifestazioni, fragilità, passioni, sconfitte e speranze.

L’uomo di Magnolato ha la forma della Storia; il segno netto e deciso ne sottolinea la drammaticità; la grandezza e la posizione nello spazio ne determinano la profondità; le linee di forza ne evidenziano le direzioni che dinamicamente si proiettano verso il futuro. Verso spazi che l’opera non può contenere interamente ma può poeticamente evocare.

L’uomo di Magnolato ha il colore verde delle primavere che hanno attraversato le guerre e il loro termine; ha il colore rosso e marrone della terra percorsa dal vento, dolce in estate, gelido in inverno. Davanti alle campagne arate, ai girasoli seccati al sole, alle imposte spalancate, davanti al dialogo delle notti nere, l’uomo di Cesco Magnolato vive davvero e ascolta, scruta, esplora, attende. Pare sempre in procinto di andare, di iniziare il viaggio a partire da ciò che manca – origine come assenza – per dirigersi verso il fine che sempre di là da venire.”