1995 Alessandra Compostella – Magnolato e il concetto di Esodo:
“… Il concetto di “Esodo”, che intitola diverse fa le sue più recenti opere, è un compendio della sua poetica, la quale, prima ancora che sociale, può essere definita antropologica: al suo interno, infatti, il filo conduttore sembra essere una costante allegoria della lotta per la vita, contro i propri limiti e contro quelli esterni, siano essi di origine naturale (come il vento, le alluvioni, i terremoti) oppure umana (come le guerre, le persecuzioni razziali, il terrorismo).
… Come molti altri artisti dotati nel puro disegno, che, inutile dirlo, è la grammatica del linguaggio artistico, anche Magnolato sente l’astrattismo in una dimensione esclusivamente formale e ne percepisce il carattere incompiuto dei segni, che per lui rappresentano solo i riduttivi frammenti della composizione. Si leggono mestiere e disciplina nelle opere di questo incisore, che l’attività di insegnante ha «educato» ad una capacità di riflessione teorica sulle proprie scelte, sia poetiche che più propriamente e artigianalmente tecniche.
… Magnolato mostra una predilezione per le forme vegetali ed ha, nel complesso, una concezione emotiva e primordiale della natura, che egli configura come terra sia in senso materico che allegorico: campagna coltivata e abbandonata, regione geografica ma anche etnica, nazionalità e patria. I campi desolati e silenziosi, le case vuote dei contadini che vi lavoravano ed ora le hanno lasciate, le terre friulane tra le macerie del terremoto, i filari di gelsi così vitali nel loro contorto dinamismo, i gruppi serrati di figure umane, che sembrano muovere compatte verso una forza contrastante, e la costante presenza del vento che pare dar vita alle forme, sono tutte espressioni di una natura vivificante ma travolgente, essenziale ma fatalmente pericolosa.
… qualcuno ha scritto che l’arte di Magnolato ha mantenuto, pur nella sua evoluzione espressionista e visionaria, una forte concretezza. Noi concordiamo con quest’ultimo parere, che a nostro avviso spiega il motivo per cui quest’arte risulta, alla fine, così inquietante: perché le apparizioni, i ricordi e le visioni che mostra non sono fantastiche, e quindi del tutto lontane da noi, ma sono un interpretazione onirica di quella che è pur sempre una realtà eventuale.”