1993 – Giorgio Segato: la lunga esperienza pittorica e grafica di Magnolato:
“Rivedere a Ca’ Lozzio-Incontri, dopo alcuni anni, gli esiti più recenti della lunga esperienza pittorica e grafica di Cesco Magnolato, mi ha dato profonda emozione visiva con forti riverberi intimi: sensazioni sulla pelle, scuotimento di sensi colpiti da un forte impatto con le suggestioni di una natura ricca, esuberante, impazzita, emblema del caos che è dentro di noi e dei grandi movimenti che sconvolgono il paesaggio attorno a noi, non soltanto col prevalere dell’artificio, della cultura mediatica confezionata sostitutiva dei rapporti diretti, ma anche con i piccoli dolorosi esodi dell’uomo da se stesso, con le rinunce alle proprie tradizioni e ai propri ritmi esistenziali e con i grandi drammatici esodi dei popoli dilaniati da guerre micidiali, fratricide.
Di fronte a questi mutamenti, Magnolato “sente” più che vedere, traduce in ritmi più che constatare (nei loro riflessi sugli elementi) i “riferimenti” della sua cultura più diretta e più antica, quella dei campi, delle piante, delle pannocchie, dei girasoli, quella che da sempre gli attraversa il corpo per nutrire l’immaginario poetico e l’intelligenza creativa, oltre che le ansie per le perdite sostanziali ed irreparabili. Così, la fitta vegetazione spazzata dal vento è diretta metafora degli sconvolgimenti epocali e della trepidazione e partecipazione con cui Magnolato vive questa nostra situazione contingente e la tensione esistenziale, la mobilità psicologica, la perdita di identità, di stabilità e di certezze, che caratterizzano – sotto molti aspetti anche in positivo – l’uomo contemporaneo.
“