La sua Pittura è vera!

2010 – Giuseppe Caracò: Magnolato diventa il Poeta del Vento

“Il vento dell’urlo di Cesco è presente in tutti i suoi quadri, a volte vuole essere una carezza a quei volti scarnificati, incavati dalla sofferenza, un gesto e una risposta a quegli occhi che chiedono aiuto e che raccontano il passato di vita e le sofferenze presenti del vivere.

Cesco Magnolato – pittore ed incisore – è uno dei grandi protagonisti della pittura italiana del secondo Novecento, che ha connotato in maniera personalissima facendosi interprete di un linguaggio forte e deciso, mai a mezzo con alcun compromesso in coerenza assoluta con il proprio carattere. Il tratto forte e deciso del suo disegno, nella pittura come nell’incisione, è il filo conduttore di un racconto dove la centralità dell’uomo è il magico meccanismo che muove l’imperativo dei sentimenti e delle sensazioni. L’idioma del Neorealismo ritrova, attraverso l’interpretazione delle sue figure, la logica lettura di un percorso artistico che ha segnato la cultura italiana di fine secolo.
Nelle sue opere la campitura piena della superficie e le assenze assenze di profondità evidenziano l’azione della figura, dove il disegno è ancora la componente vincente di un binomio racconto-emozione che non lascia spazio a orpelli marginali e fatui spesso interpretati dal colore. Le figure di Magnolato sono gli attori di un palcoscenico avvincente che è la vita, che va vissuta com’è, nella gioia e nel dolore, ma comunque sempre con dignità, fedeli ai principi che ci governano come esseri di un creato mai opinabile.
I temi dominanti della sua pittura sono la guerra, la paura, la lotta per la vita e le loro articolazioni espressive sono il disperato appello di un discorso legato alla dignità violentata dalla sofferenza e dal dolore, che, fisico o morale, viene soffocato, ma non nascosto.
Il vilipendio del diritto alla vita, la ferocia della violenza alla persona e alla sua libertà, il coraggio di difenderla e il sacrificio per proteggere gli ideali in cui crediamo sono i tratti del racconto artistico di Magnolato. Non serve il colore per descrivere, basta il segno che si fa comunque vivo sì da simulare il movimento, aspettando un alito di vento per prendere vita e, come sotto la brezza, le figure si muovono e Magnolato diventa il Poeta del Vento. In questa pittura audace e imperiosa il grido si fa urlo e, come un crescendo Rossiniano la sequenza musicale prorompe in esplosione di suoni, così l’episodio descritto diventa l’emblema di una nemesi implacabile e astuta che imprigiona l’umanità, e i tratti di volti sfigurati si ergono a condanna della violenta follia dell’uomo che diventa masochistica crudeltà verso sé stesso.
Magnolato ritorna sognante nei paesaggi rurali, dove il ciclo della natura riverbera l’imperscrutabile volontà di continuità del Divino e la terra si rifà fertile e propizia alimentando la speranza e le forme si addolciscono, i colori si fanno pieni e caldi di sfumature. Da sempre questa è stata la magica alchimia della pittura di Magnolato, ma anche qui si ritrova la vena coerente dell’artista perché non tradisce la sua natura creando mode o seguendo indirizzi artistici, non applica teatralità… è vero!
La sua pittura è vera, è un po’ tutto quello che ognuno vorrebbe dire e forse non sempre lo sa fare, ma lui, Magnolato, lo dice e non lo rinnega.