L’arte di Cesco Magnolato e il Novecento

Cesco Magnolato figlio legittimo del Novecento

“… Cesco Magnolato è figlio legittimo del Novecento, discendendo dalla stagione delle Avanguardie storiche: la sua identità estetica ne è permeata e indissolubilmente contrassegnata, ma senza passivi assoggettamenti, senza snaturanti ibridazioni.

Artista consapevole degli esiti di quelle esperienze ma non condizionato da lezioni esclusive, elabora la sua ricerca nel campo incisorio e pittorico, credendo alla figurabilità del mondo naturale ma non precludendosi alcuna possibilità di trasfigurazione…

Assecondando un istinto disegnativo determinato a configurare la realtà del vissuto emozionale ed esistenziale, sente di poter essere testimone della sua terra e di volerne interpretare gli umori naturali e sociali. Il mondo rurale del basso Piave, costituisce il motivo ispiratore e la costante tematica fin dagli esordi.

Cesco Magnolato non si impegna però a celebrare l’epopea contadina, non ha intenti ideologici prestabiliti, non opera trasfigurazioni estetizzanti; vuole confrontarsi con quel contesto antropologico e coglierne i caratteri sociali connotanti, vuole sintetizzarlo e sublimarlo fino a giungere all’essenza costitutiva.

La sua scena pittorica non si limita dunque ad un realistico resoconto figurato, non si concentra su un presente fenomenicamente circostanziato, poiché intende recuperare e condensare in un “presente sovrastorico” tutte le età passate: le composizioni associano infinite sequenze spazio-temporali in assoluta omogeneità visiva e concettuale.

Non esiste una quotidianità, una accidentalità narrativa, in quanto tutto è già avvenuto. Le immagini manifestano situazioni e figure “al limite” delle stagioni esistenziali, perché cariche di storia epocale, depositarie di trascorsi remoti, consapevoli di eventi atavici.

La presenza umana fissa una realtà dove il tempo diventa mobilità duratura e lo spazio continuità dinamica…L’intima valenza dei soggetti di Cesco Magnolato è dunque drammatica: si racconta la fatica del vivere, si denuncia la lotta con la natura, il conflitto tra uomo e tempo: la tragedia dell’esistere che impedisce all’uomo di essere. Se il flusso della storia travolge ogni cosa, il senso della vita sta allora nella consapevolezza fatale di questa legge tremenda e nel tentativo di reagire, nel dovere individuale di opporre resistenza.

E’ questo l’impegno etico che l’arte di Cesco Magnolato da cinquant’anni riafferma; è la sua lezione e testimonianza, perché dentro le maschere tragiche dei quadri non stazionano solo i protagonisti di un mondo rurale, ma si svela l’artista stesso…”

Marzo 2000 Roberto Costella