1991 – Giuliano Menato: Una accesa e visionaria trasfigurazione:
… nell’incisione, ma anche nella pittura, egli pone in primo piano l’uomo, nella varietà dei suoi forti ed inquietanti sentimenti riverberati nel paesaggio circostante che assume perciò una connotazione tutt’altro che idillica ed evasiva, di pura e semplice contemplazione. Così, la realtà di natura da lui rappresentata perde il carattere di oggettività, non tende all’idealizzazione, bensì assume l’aspetto sconvolgente della tensione, del dramma, oppure dell’accesa trasfigurazione in chiave visionaria.
L’arte di Magnolato è realistica solo perchè nasce dalla realtà attentamente osservata e profondamente sentita, ma questa realtà perde nel processo creativo la sua autonoma fisionomia, in quanto non è descritta ma evocata, non è documentata ma trasfigurata da una carica irrazionale e da una spiccata inclinazione al fantastico.
‘Noi vediamo la realtà passata al filtro della memoria onirica’ ha acutamente osservato Gino Nogara, uno dei più lucidi esegeti del lavoro incisorio di Magnolato.
L’effetto sovente è quello della visione, con immagini che si sovrappongono scorrendo trasparenti le une sulle altre. È questa anche la dimensione poetica dell’artista veneziano il quale riesce ad indurre nelle proprie acqueforti e acquetinte una carica evocativa straordinaria e una forza di suggestione che non scaturisce solo dal mezzo tecnico, dai valori formali, ma soprattutto da ragioni comunicative profondamente sentite e meditate.
È un rapporto sull’uomo, nella fatica, nell’umile lotta per l’esistenza e per la libertà, rapporto secco e vibrante ad un tempo, alieno da indulgenze ideologiche, da programmi intenti didattici. Eppure la grandezza di Magnolato e la sua unicità consistono proprio nella singolarità del mezzo tecnico impiegato per una inimitabile impaginazione del foglio inciso.”